Malesseri dell'adolescenza
Malesseri dell'adolescenza
15/4/24, 10:00
Oggi posiamo lo sguardo su bulimia e anoressia. Due malattie che negli ultimi anni sono diventate l’espressione di un serio malessere esistenziale.
Non è facile parlare di queste due malattie. L’anoressia e la bulimia, infatti, oltre che rappresentare due complesse malattie mentali e due pericolosi disordini alimentari, nell’ultimo ventennio hanno assunto, anche, la caratteristica di un significativo e preoccupante malessere psicologico e affettivo, di una grave anomia, cioè di un grave stato di dissonanza cognitiva, (uno stato di sofferente incoerenza, tra le aspettative normative e sociali e la realtà vissuta), e quello di un serio malessere esistenziale dovuto al continuo e frenetico mutamento sociale, peraltro, caratteristica fondamentale di una società industriale, come la nostra fondata sulla globalizzazione e sulla spersonalizzazione.
L’anoressia mentale è la conseguenza del rifiuto di assumere cibo, rifiuto determinato dall’invincibile paura di acquistare peso e diventare grassi, anche quando si è perso peso e, addirittura, si arriva al disotto dell’85% del peso normale per la propria età, sesso ed altezza.
La bulimia è l’ingestione di una quantità eccessiva di cibo, solitamente, di diverse migliaia di calorie, nel giro di poche ore e, solitamente, assunte ed ingerite spasmodicamente di nascosto dagli altri.
L’anoressia, nella maggior parte dei casi, insorge durante l’adolescenza (dodici, diciotto anni), mentre la bulimia può insorgere anche più tardi. Nella vita, specie in quella degli adolescenti e dei giovani, può succedere che si attraversino momenti di inappetenza, o di un irrefrenabile desiderio di cibo, ma il più delle volte sono fluttuazioni fisiologiche e sinergiche alla giovane età. Pertanto, la prima cosa da fare è accorgersi del fatto che non si tratta di un momentaneo e fisiologico disturbo fisico, o di una momentanea inappetenza, ma che, sta succedendo qualcosa di incontrollato che necessita di un immediato intervento, o provvedimento mirato a risolvere la difficoltà e lo stato di inspiegabile sofferenza o disagio.
È necessario, quindi, anzitutto, riconoscere i sintomi e i segnali del problema, prima che diventi una grave e irreversibile malattia.
L’anoressia, nelle ragazze e giovani donne si manifesta come una ineluttabile esigenza a controllare tutto e tutti, di razionalizzare e vivere in preda ad un invincibile "perfezionismo": Nelle adolescenti, invece, si manifesta con la difficoltà a riconoscere il proprio corpo, si tratta di un disturbo noto, come "dimorfismo corporeo", cioè si ha una visione distorta della propria immagine corporea, la convinzione di notare un difetto inesistente, o la tendenza ad ingigantirne uno minimo. Proprio questa fobia può generare ossessioni che possono determinare l’insorgenza dell’anoressia e della bulimia.
Il dismorfismo o dismorfofobia corporea non è provocato da un disturbo visivo, ma dalle elaborazioni degli stimoli visivi che determinano una percezione deformata del proprio corpo, cioè ci si convince di un qualcosa che non è reale. L’immagine che abbiamo del nostro corpo non è statica, ma varia continuamente in relazione a molteplici fattori: affettività, umore, emozioni, ambiente che ci circonda, esperienza fisica, qualità e profondità delle interazioni e delle relazioni interpersonali, ma in particolare è influenzata dalla propria autostima, dalla propria accettazione e dalla visione positiva, o negativa della vita e della propria esistenza più che da altre caratteristiche estetiche, fisiche, sociali o mondane.
Quindi, fortunatamente, non esistono assolutamente regole che dimostrino che una taglia 38 è sinonimo di bellezza, ma che, nella maggioranza dei casi, una taglia 38 è proprio sinonimo di non accettazione di se stessi, del proprio modo di essere e di vivere le proprie emozioni.
Le donne che soffrono di bulimia, a differenza di quelle che soffrono di anoressia, non sono schiave, né dell’ossessione di dovere controllare tutto, né del "perfezionismo", vivono, invece, la "sconfitta", e, in una invincibile "coazione a ripetere", che in continuazione ricercano e la confermano con l’introduzione smodata e spasmodica di cibo, che non è in relazione al reale fabbisogno calorico, quanto piuttosto al sentirsi "disintegrati", con se stessi e con il mondo esterno; con se stessi perché la dimensione razionale-esteriore non è integrata con la dimensione sensibile- interiore; con l’esterno, perché l’incapacità di sapersi relazionare con se stesse, soprattutto, nei momenti vuoti, non permette di sapersi relazionare con il mondo esterno.
Per questo motivo chi soffre di bulimia cerca di saziare una fame che non è certamente del fisico, o della mente, quanto piuttosto dell’ "anima", che non troverà mai completa soddisfazione; infatti, raggiunta la sazietà, ci si sente assaliti da devastanti sensi di colpa, disgusto e schifo per se stessi, tanto da doversi procurare il vomito, per poi, abbandonarsi sfatte e sconfitte al dolore dell’anima.
Come prevenire o curare l’anoressia o la bulimia?
Con la psicoterapia individuale, o la psicoterapia di gruppo. Pertanto, se avete l’impressione di essere personalmente interessati da un tale disturbo alimentare o comportamentale o, se pensate che, di questo disturbo psicogeno dell’alimentazione o del comportamento sia affetto un vostro parente o familiare, non esitate oltre a contattarmi. Occorre più coraggio a chiedere aiuto che ad evitarlo, ma questa è la vera forza della Persona: la consapevolezza dell’Essere il coraggio di rischiare.
dott. Silvano Forcillo